Lettera n. 62

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Scalabrino, Luca
Data
9 aprile 1576
Luogo di partenza
Ferrara
Luogo di arrivo
Roma
Lingua
italiano
Incipit
Molto umorista signor mio osservantissimo. Oh! Mirabile considerazione
Regesto

Tasso discute con Luca Scalabrino di una «mirabile considerazione» di tale Marguttino, secondo cui l’incipit di un poema non dovrebbe essere per lettera «c», essendo questa l'iniziale di molte parole sconvenevoli. Ma il primo verso della Liberata si apre proprio con una «c» («Canto»: Tasso, Liberata, I 1) esattamente come il secondo («Capitano»: Tasso, Liberata, I 2). «Ma quel Capitan perchè gli dispiace?» si domanda Tasso, che si propone infine di scriverne un paio di righe al Marguttino. Seguono notazioni di carattere privato: il poeta informa di trascorrere le sue giornate dedite allo studio, e «ridendo, cantando, cianciando, praticando, ma però con pochissimi». Scrive poi della sua promettente «natività», per cui gli astrologi lo ritraggono come «un grand’uomo in lettere, e mi promettono lunghissima vita, et altissima fortuna». Ha inoltre ricevuto una lettera dalla duchessa di Urbino Lucrezia d’Este, offertasi per «spender in mio favore quanto avea d'autorità co 'l fratello (Alfonso II d'Este, duca di Ferrara)». La duchessa Leonora, sorella della duchessa Lucrezia e del duca Alfonso, considerando i benefici che potrebbero derivarle dall'eredità della madre (Renata di Francia, mancata nel 1575), pare intanto promettere qualche aiuto al poeta. Tasso torna nuovamente sulla missiva ricevuta da Lucrezia d'este, in cui la duchessa stessa rimproverava Tasso di una «tardanza di stampare» non esplicitata. La lettera vira poi verso alcuni lavori di ampliamento della libreria tassiana: tali spese potrebbero apparire superflue, ma il poeta confida scherzosamente nelle grandi ricchezze predette dagli astrologi. Su richiesta e insistenza del conte Ferrante (forse Rangone), Tasso andrà a trascorrere la Pasqua a Modena, per cui avvisa lo Scalabrino di inviargli lì le prossime missive, affidandole a Ercole Tassone; i canti invece dovranno essere consegnati, sotto nome del Tasso, con una lettera all'Ariosto (forse Orazio) «che vada a torli», avendo il poeta data commissione della posta a tale Battista «che gli li dia». Il poeta informa di aver ricevuto la missiva di Luca Scalabrino, nonché una di Scipione Gonzaga «con la scrittura del Signor Flaminio (forse de’ Nobili)»: mentre della lettera di Scipione Tasso dice di non aver chiare le premesse ma almeno le conclusioni, di quella dello Scalabrino non ha compreso né l’una né l’altra, «che non v'intenderebbe Salomone». E il passaggio che gli risulta più oscuro è proprio quello che più vorrebbe intendere, per cui chiede allo Scalabrino di replicarglielo. A Scipione inoltre sarebbe piaciuto un sonetto dello Scalabrino. Tasso crede che lo stesso Scipione resterà insoddisfatto della sua missiva e si augura che lo Scalabrino prenda le sue difese. In chiusura, Tasso chiede di essere raccomandato ad un «Ingegnero» (forse Angelo) e invita il corrispondente a venire a Ferrara, anche per desiderio di tali Camillo e Ottavio. Gli chiede in ultimo di informare Scipione Gonzaga del giudizio di Sperone Speroni sull’episodio di Sofronia (Tasso, Liberata, II). Nel postscriptum allude alla «scrittura» di Flaminio de’ Nobili sul tema amoroso, difeso da Tasso come «materia eroica quanto la guerra» e che sosterrà sempre con luoghi inequivocabili da Aristotele a Platone. Chiede di informare di questa sua opinione Scipione Gonzaga e di sapere quella dello Speroni, anche se Tasso ricorda che la pensasse come lui, «contra il Pigna (presumibilmente Giovan Battista)».

Testimoni
  • Bergamo, Biblioteca civica Angelo Mai e Archivi storici comunali, Cass. 6.15, lettera n. 52, 79r-80r
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Unità di manoscritto composito.
    Indirizzo presente.
  • Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino 223, lettera n. 5, cc. 9-12
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
    Lettera firmata, indirizzo presente.
    Note: Alla c. 10, «tornai di Roma» è sottolineato in rosso; si legge «dalla...» e figura un asterisco, richiamato nel margine sinistro e che accompagna una nota esplicativa del personaggio sottinteso: «Duchessa d'Urbino», cioè Lucrezia d'Este. Alla c. 11, all'altezza di «Ho fatto fornire la mia camera» sul ms. si nota sul margine destro una manicula. Alla c. 12, «Ingegnero» è sottolineato in rosso; «le cose sue» è sottolineato in rosso. Nel Postscriptum, c. 12, «le cose sue» è sottolineato in rosso.
Edizioni
Bibliografia
  • Serassi 1790 = Pietrantonio Serassi, Vita di Torquato Tasso, Bergamo, Locatelli, 1790, I, p. 247 (estratto)
  • Resta 1957b = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957, p. 176
Nomi citati

Scheda di Martina Caterino | Ultima modifica: 09 febbraio 2024
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