Lettera n. 589

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Sanvitale, Leonora
Data
[s. d.]
Lingua
italiano
Incipit
Perch'io non meno in questa mia prigionia
Regesto

Dedicatoria a Leonora Sanvitale in cui Tasso scrive di essere stato rapito, durante il periodo di prigionia, da «divino furore» e «da furor di maninconia». Poiché gli effetti dell’uno si sono visti, il poeta desidera che si manifestino anche le «opere» dell’altro che avrebbe dovuto far acquistare grazia al poeta più di quanto il primo lo abbia «concitato» di odio; dall’uno si è lasciato rapire, dall’altro «contra mia voglia sono stato isforzato». Invia alla corrispondente un volume di sue rime, «opera di Febo e d’Amore», in cui coloro che sono stati lodati, compresa la corrispondente, dovrebbero ben favorire il poeta. La missiva non è datata ma, considerando che Leonora Sanvitale muore il 19 marzo 1582, le rime di cui parla Tasso devono essere quelle in edizione manuziana del 1581; la ristampa manuziana corredata anche di una seconda parte sarebbe successiva alla morte della duchessa.

Testimoni
  • Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino 224/I, lettera n. 20, c. 20
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
    Indirizzo presente.
    Note: La lettera non è propriamente firmata, in chiusura si legge: «Dello stesso». Alla c.20, dopo «questi [con gli altri debbono…]», si note una virgola cassata con doppio tratto; più avanti, dopo «lodatissima», si notano due spunte per una lezione evidentemente da integrare e figurante in interlinea (non chiara; nella stampa Guasti si legge «lodatissima sempre» senza alcuna inegrazione).
  • Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 644 = alfa.F.4.19
Edizioni
Bibliografia
  • Resta 1957b = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957, pp. 49-50n, 87 e 184
Nomi citati

Scheda di Martina Caterino | Ultima modifica: 04 gennaio 2024
Permalink: https://www.torquatotasso.org/lettere/589