Lettera n. 582

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Manuzio, Aldo il Giovane
Data
[s. d.]
Luogo di arrivo
Venezia
Lingua
italiano
Incipit
Non mi parrebbe d'aver perduto tanto per le rime
Regesto

Tasso scrive che Aldo Manuzio non avrebbe occasione migliore di mostrargli la propria amicizia che stampando le sue rime conformandosi alla sua volontà e aprendogli il «commercio di Venezia senza alcun impedimento». Il poeta informa il tipografo di non aver avuto alcuni suoi fogli (cfr Lettere, ed. Guasti, 582, p. 595 n.1: secondo Serassi, di cui Guasti riporta il parere, si tratterebbe di fogli relativi a Delle rime, et prose del signor Torquato Tasso, di nuovo con diligenza rivedute, corrette, & di vaghe figure adornate, Venezia, Aldo Manuzio, 1583), non essendo allegati ad alcuna lettera, ma essendo stati recapitati separatamente e prima della lettera stessa: Tasso confessa di averli così ridati a chi glieli consegnò, «come cosa sua». Il poeta si dice servitore della repubblica veneziana, in particolare di Luigi Veniero e di Giorgio Gradenigo, il primo dei quali Tasso sa essere stato molto amico del duca di Ferrara Alfonso II d’Este, e forse anche del duca di Mantova (la missiva non è datata, e se è realmente del 1582 si tratta allora di Guglielmo Gonzaga); il secondo ha promesso al poeta «la buona volontà» del duca di Urbino (ancora ammettendo come data della missiva il 1582, si tratta di Francesco Maria II Della Rovere). Ritornando su questioni letterarie, Tasso confessa che farebbe volentieri stampare non solo le sue rime ma anche il poema (Gerusalemme Liberata) e altre opere, se le avesse finite e corrette; inoltre, chiederebbe altri privilegi, oltre quelli dell’imperatore (ancora, se Tasso scrive nel 1582, si tratta Rodolfo II d'Asburgo) e dello stato di Milano, desiderando quelli della repubblica veneziana e sperando che il granduca di Toscana (se all'altezza del 1582, Francesco I de’ Medici) confermi i suoi privilegi già promessi. Nel postscriptum cita i dialoghi sulla nobiltà (Il Forno overo de la nobiltà) e sulla dignità (De la Dignità) e chiude la missiva discutendo del legittimo uso del titolo di «illustrissimo ed eccellentissimo» da rivolgere a Scipione Gonzaga.

Testimoni
  • Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino 223, lettera n. 151, cc. 154-156
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
    Lettera firmata, indirizzo presente.
    Note: Alla c.156, all'altezza di «non ho dubio», sul margine sinistro si legge «son».
  • Bergamo, Biblioteca civica Angelo Mai e Archivi storici comunali, Cass. 6.15, lettera n. 65, 85v-86v
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Unità di manoscritto composito.
    Indirizzo presente.
Edizioni
Bibliografia
  • Solerti 1892 = Angelo Solerti, Appendice alle Opere in prosa di Torquato Tasso, Firenze, Successori Le Monnier, 1892, p. 81
  • Resta 1957b = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957, p. 176
Opere citate

Gerusalemme liberata; Il Forno overo de la nobiltà; De la dignità

Nomi citati

Scheda di Martina Caterino | Ultima modifica: 03 gennaio 2024
Permalink: https://www.torquatotasso.org/lettere/582