Lettera n. 228

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Manuzio, Aldo il Giovane
Data
21 dicembre 1582
Luogo di partenza
Ferrara
Luogo di arrivo
Venezia
Lingua
italiano
Incipit
Risponderò brevemente a due lettere di Vostra Signoria
Regesto

Tasso scrive ad Aldo Manuzio, rispondendo brevemente a due lettere da lui ricevute. Iniziando dalla prima, il poeta informa di aver avuto da Biagio Bernardi due testi di Francesco Alunno, Della fabrica del mondo e le Ricchezze della lingua volgare sopra il Boccaccio, gli Asolani di Bembo e il Corbaccio di Boccaccio, ma non una Somma teologica, assai desiderata dal poeta. Chiede un «Calepino» (quindi un’opera di Ambrogio da Calepio), la Fiammetta del Boccaccio e le Istorie del Bembo, non tuttavia le sue lettere, poiché gli sono già state date dal libraio ferrarese Giulio Vasalini. Il poeta scrive al corrispondente che non è necessario che lo ringrazi dei (due) sonetti (Rime, 823, Aldo, il gran duca a cui minor guerriero e Rime, 825, Questa è vita di Cosmo, anzi del mondo) da preporre a una vita di Cosimo de’ Medici che andava preparando il Manuzio. Le lodi che riceve da quest'ultimo gli ricordano quelle ricevute da Pietro Aretino da «clarissimi signori», per cui gli paiono tanto poco convenevoli quanto comunque gradite. Tasso informa che farà ricopiare il dialogo sul Piacere onesto per inviarglielo e che non potrà mandare le rime altrettanto rapidamente perché, oltre a quelle stampate, ha oltre duecento sonetti «i quali non possono essere scritti se non da me» e che hanno bisogno di correzioni, al pari di quelli già editi. Vorrebbe inoltre disporli secondo un ordine più congeniale e accompagnare ciascuno con un «argomento». Questo lavoro, riflette Tasso, richiederà almeno due mesi di tempo che sarebbero spesi vanamente se prima non facesse una «diligente purga» dei testi: richiederà consiglio a (Girolamo) Mercuriale, della stessa patria del Bernardi (presumibilmente ancora il citato Biagio), e a (Melchiorre) Guilandino. La risposta alla prima missiva si è dilungata più di quanto Tasso credesse. Alla seconda, il poeta risponde più rapidamente riferendo come il «pittor bergamasco» (Francesco Terzi) gli abbia fatto visita e gli abbia parlato di pitture e statue; si compiace del fatto che questi sia proprio come gli era stato descritto da Manuzio. Informa infine che dovrebbe mandargli dei libri di cui Tasso non è specificatamente informato, e chiede a Manuzio di avvisarlo per tramite di chi siano stati inviati. Tasso scrive infine di un sonetto che darà al Bernardi prossimamente, non essendo ancora pronto e scusandosene con Manuzio: forse allude ancora ad uno dei due composti per la vita di Cosimo I.

Testimoni
  • Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 10977, lettera n. 205, cc. 171rv
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Unità di manoscritto composito.
    Lettera firmata, indirizzo presente.
  • Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino 223, lettera n. 145, cc. 150-151
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
    Lettera firmata, indirizzo presente.
    Note: Alla c.151, si legge una nota che da una specificazione sul “pittor bergamasco”: «(1) Messer Francesco Terzi. Calvi Effem. part. 3 pag. 417».
Edizioni
Bibliografia
  • Serassi 1790 = Pietrantonio Serassi, Vita di Torquato Tasso, Bergamo, Locatelli, 1790, II, p. 69n (estratto)
  • Resta 1957b = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957, p. 174
Opere citate

Rime. Parte terza

Nomi citati

Scheda di Martina Caterino | Ultima modifica: 05 febbraio 2024
Permalink: https://www.torquatotasso.org/lettere/228