Lettera n. 21
- Mittente
- Tasso, Torquato
- Destinatario
- Gonzaga, Scipione
- Data
- 26 marzo 1575
- Luogo di partenza
- Padova
- Luogo di arrivo
- Roma
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Gran conforto m'ha portato la lettera di Vostra Signoria
- Regesto
Nella lettera precedente del 18 marzo 1575 Tasso temeva che i primi cinque canti della Gerusalemme liberata inviati a Scipione Gonzaga tra il 17 febbraio e i primi di marzo del 1575 fossero andati smarriti. Ora invece egli viene rassicurato da una lettera dell'amico, che accusa ricezione delle parti dell'opera. Tasso pensa che il motivo del ritardo sia da imputare alla curiosità di Benedetto Lamberti e di suo fratello Paolo, che forse hanno letto e trascritto i canti. Pertanto, chiede a Scipione Gonzaga di evitare che l'opera circoli pubblicamente a sua insaputa. Comunica inoltre che scriverà una lettera al cardinale Albani per ottenere il privilegio di stampa e chiede a Gonzaga di cercare di procurarsi quelli di Napoli e Parma. Non sa ancora come ottenere quello di Firenze. Raccomanda nuovamente a Scipione Gonzaga il ferrarese Luca Scalabrino, che viene a Roma per cercare fortuna presso la Corte pontificia. Invia il sesto canto della Gerusalemme liberata e pensa di inviare anche il settimo, ma prima di farlo vorrebbe modificare un'ottava; promette quindi di inviarlo con il prossimo corriere. Parlando poi dei nomi dei personaggi della Gerusalemme liberata, Tasso comunica a Gonzaga di prediligere i nomi dei personaggi storici rispetto a quelli di invenzione. Fra i cavalieri che parteciparono alla prima crociata egli cita «Dudon di Consa», forse Dodo di Coz, mentre non trova traccia di «Guidone o Ugone o Ottone». Riflettendo sulle ultime correzioni apportate ai canti già inviati, Tasso concorda con il giudizio espresso da Gonzaga e ammette di aver peggiorato il testo. Egli comunque desidera intendere il giudizio dei revisori in maniera più dettagliata. Programma di ripartire per Ferrara una volta che a Padova saranno terminate le feste. Si scusa per non aver ancora scritto ai cardinali, ma, oltre alla revisione del poema - che lo tiene assai occupato -, egli non può sottrarsi «a i molti banchetti e a la curiosità degli uomini».
- Testimoni
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Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 732 = alfa.S.8.13, lettera n. 8, cc. 6v-8r
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 305 x 209.Indirizzo presente.
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Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 10976, lettera n. 8, 13r-14v
Copia.
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Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 732 = alfa.S.8.13, lettera n. 8, cc. 6v-8r
- Edizioni
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- Tasso 1735-1742, vol. X, pp. 251-252
- Tasso 1852-1855, lettera n. 21, I, pp. 57-58
- Tasso 1995a, lettera n. 2, pp. 8-12
- Bibliografia
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- Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Milano-Roma, Loescher, 1895
- Resta 1957b = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957, pp. 172, 182
- Opere citate
Scheda di Francesco Amendola | Ultima modifica: 08 febbraio 2024
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