Lettera n. 1239

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Costantini, Antonio
Data
23 marzo 1590
Luogo di partenza
Roma
Luogo di arrivo
Mantova
Lingua
italiano, latino
Incipit
Questa sera essendo io in trafichi per andare a Fiorenza
Explicit
domini dunque almeno in questa parte quel ch’è suo.
Regesto

Tasso riceve la missiva di Costantini nel mezzo dei preparativi per il viaggio a Firenze e in preda alla febbre, dunque avvisa che risponderà brevemente, mentre rinvia la risposta alla inclusa missiva di Fabio Gonzaga. Avvisa che dei due sonetti promessi uno è stato inviato mentre l'altro giungerà in seguito, chiede al proposito conferma che la «signora» al quale è dedicato sia ancora al servizio della granduchessa di Toscana, Cristina di Lorena. Sostiene che la decisione del suo ritorno a Mantova dipende dalla volontà del granduca di Toscana, Ferdinando I de' Medici, del duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga, e del duca di Ferrara, Alfonso II d'Este. Afferma di aver scritto «una operetta “De la virtù de’ romani,” rispondendo a Plutarco», di cui si sente tanto orgoglioso da eleggersi più intrinseco di Scipione l'Africano, ricordandone l'epitaffio tradito da Valerio Massimo, che del cardinale Scipione Gonzaga. Lamenta le difficoltà dei suoi spostamenti, evocando Pietole, presso Mantova, e ancora allude al bisogno di denaro, ricordando un aneddoto legato al nome di Simonide. del proprio studiolo alle cassette di Simonide. Afferma che in futuro scriverà un paio di sonetti per Giulio Segni che ora saluta e di nuovo nomina luoghi indicativi delle sue due mete, ossia «Piti» (pallazzo Pitti) e Marmirolo. Chiede l'intercessione di Costantini affinché abbia una buona sistemazione a Firenze e la benevolenza di Fabio Gonzaga. In conclusione biasima il trattemento ricevuto dal cardinale Scipione Gonzaga.

Edizioni
Opere citate

Risposta di Roma a Plutarco

Nomi citati

Scheda di Roberta Ferro | Ultima modifica: 14 luglio 2021
Permalink: https://www.torquatotasso.org/lettere/1239