Lettera n. 1172

Figlio di Pietro Grassi (cui il Tasso scrive in più occasione in questi mesi: Lettere, ed. Guasti, 973, 986, 996, 1000, 1020, 1047, soprattutto in funzione del recupero dei manoscritti rimasti in mano del Licino) e nipote di Ercole Tasso, Alessandro Grassi era stato un supporto prezioso per Tasso nel frangente della partenza da Napoli nel novembre del 1588: si ricordi in primo luogo Lettere, ed. Guasti, 1069, indirizzata appunto a Pietro Grassi: «Sono ritornato in Roma; e quanto obligo abbia al signor Alessandro vostro figliuolo di questo ritorno, non si può raccontare ampiamente, senza far torto a l’antica amicizia ed a la parentela. Ringrazio l’uno e l’altro di quanto hanno fatto o faranno per me; perchè veramente tanto sono maggiori gli oblighi, quanto maggiore è la necessità» (e vd. anche Lettere, ed. Guasti, 1067 a Cristoforo Tasso). Più avanti, in una lettera del 13 maggio del 1589, Tasso avrebbe scritto ad Enea Tasso: «I miei negozi nel regno di Napoli, poichè non posso chiamarli liti, sono in quel termine che Vostra Signoria può facilmente esserne informata; e per ispedirne alcuno, mi potrebbe esser necessaria l’opera de’ magnifici Grassi, suoi nepoti» (Lettere, ed. Guasti, 1124; e vd. anche ivi, 1176). Ancora ad Alessandro Grassi Tasso avrebbe fatto riferimento in una lettera successiva presente nel minutario (Lettere, ed. Guasti, 1140), indirizzata a Matteo di Capua. Per l’insieme di questi riferimenti la lettera sembra databile al marzo-aprile 1589.