Lettera n. 1106

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Álvarez de Toledo y Colonna, Pedro (?)
Data
[dicembre 1588]
Luogo di partenza
[Roma]
Luogo di arrivo
Napoli
Lingua
italiano
Incipit
Se co 'l domandar la vita io potessi offendere alcuno
Regesto

Collegata in modo nitido a Lettere, ed. Guasti, 1106 (vd. § 7), questa lettera a don Pietro di Toledo intende guadagnare il sostegno di un signore la cui identità appare ancora dubbia. Una prima ipotesi porterebbe a identificare il destinatario con Pedro Álvarez de Toledo y Colonna, marchese di Villafranca (1546-1627), figlio di García Álvarez de Toledo e della nobildonna italiana, Vittoria Colonna di Paliano, diplomatico spagnolo nominato nel 1585 capitano generale delle galee di Napoli. Stando alla nomina del 1585 è ipotizzabile una sua presenza in Napoli alla fine degli anni ’80, ma manca ogni testimonianza di un suo contatto con Tasso. Una seconda ipotesi porterebbe a identificare il destinatario con Don Pietro de’ Medici, figlio minore di Cosimo I e di Eleonora di Toledo (la figlia di Pietro di Toledo) e marito di Leonora di Toledo (figlia di don García di Toledo), sua cugina. Fu ambasciatore toscano a Madrid e trascorse, perciò, gran parte della sua vita in Spagna; fu in Italia in tre occasioni: nel 1579-1580, nel 1584-1585, poi dal 1588 al 1589. Conosciuto certamente da Tasso, giacché abbiamo un sonetto diretto a lui: Magnanimo signor che già ne l’arte (Rime, 755, Magnanimo signor, che già ne l'arte, già a stampa nel 1582; al riguardo vd. Solerti 1895: I 654). Ad avvalorare tale ipotesi c’è dunque un contatto certo con il Tasso, mentre lascia in dubbio l’indicazione del nome nell’intestazione della lettera, inconsueta per un membro della famiglia dei Medici (e vd. Lettere, ed. Guasti, 1113, indirizzata a Curzio Ardizio).
In ogni caso, la richiesta di aiuto viene presentata come una pratica sollecitata dai medici e funzionale al recupero della salute, e prende una piega tutta prosaica, con la precisa indicazione dei 25 scudi mensili necessari per condurre una esistenza dignitosa, in attesa di un possibile ritorno a Napoli (vd. § 4, in fine). La richiesta di una sorta di pensione mensile compariva già in Lettere, ed. Guasti, 948, indirizzata a Ferrante Gonzaga, e il suo importo sarebbe cresciuto nel corso dei mesi successivi: in Lettere, ed. Guasti, 1110 (scritta nel marzo 1589), Tasso prega il granduca di Toscana di intercedere in suo favore presso don Pietro di Toledo «[...] scrivendo in mio favore al signor don Pietro di Toledo. Si tratta co ’l mezzo di Sua Eccellenza, ch’io abbia trenta scudi da la città di Napoli, per ordinaria provisione del mese»; in Lettere, ed. Guasti, 1148 (del luglio 1589), torna a supplicare Ferrante Gonzaga «acciochè mi siano pagati in Roma quaranta scudi il mese per mio trattenimento» (cfr. Solerti 1895: I 593).

Testimoni
  • Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 379b = alfa.V.7.7, lettera n. 47, 80r-v
    Minuta, manoscritto autografo.
    Unità di manoscritto composito, 1 c..
    Indirizzo presente.
  • Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 760 = alfa.T.5.23, lettera n. 47, 44v-45v
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
Edizioni
Bibliografia
  • Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Milano-Roma, Loescher, 1895, I 593; 654
  • Tasso 2020 = Torquato Tasso, Lettere (1587-1589). Edizione critica e commentata del ms. Estense alfa V 7 7, a cura di Emilio Russo, Milano, Bites, 2020, pp. 148-149
  • Russo 2022 = Emilio Russo, Torquato Tasso, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento, tomo III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo, Roma, Salerno editrice, 2022, pp. 369-416, p. 383
Nomi citati

Scheda di Emilio Russo | Ultima modifica: 06 marzo 2024
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