Lettera n. 1080

Tasso chiede all'ambasciatore veneziano di imperdire, anche con l'aiuto di Antonio Costantini, la stampa veneziana della proprie rime (Rime del signor Torquato Tasso ultimamente composte nell'alma Città di Roma, Venezia, 1589). Ricorda l'amicizia di antica data, sottolineando la diversità della sorte, che ha insignito il destinatario di importanti incarichi e ha sprofondato l'autore nell'indigenza. Lamenta soprattutto il trattamento riservatogli dagli editori, che saccheggiano e pubblicano la propria opera senza il consenso, umiliandolo e privandolo dei relativi profitti. Spera dunque di mutare, con l'intercessione dell'ambasciatore, il dispiacere in riconoscimento verso di lui.