Lettera n. 1005

Avendo con ogni probabilità inteso la notizia della morte di Cornelia, avvenuta secondo Solerti tra la fine del 1587 e le prime settimane del 1588, Tasso individua in fra Fabiano, priore del convento di San Vincenzo a Sorrento, già suo confessore nel 1577 (Solerti 1895: I 605), il nuovo interlocutore cui richiedere supporto nella pratica della dote materna. Il nome del frate era in effetti già emerso in una lettera di alcuni mesi precedente indirizzata ad Antonio Sersale (Lettere, ed. Guasti, 897) come possibile polo di riferimento. Il tono accorato delle frasi, sostenuto da un grappolo di citazioni classiche, contrasta con il distacco con cui Tasso richiama la scomparsa della sorella, rievocandone piuttosto, una volta ancora, la lettera che doveva legittimare le sue pretese sui beni di famiglia. In conclusione ricorre il nome del cardinale Michele Bonelli, detto l’Alessandrino, cardinale che era protettore del monastero sorrentino, cui è indirizzata la lettera subito successiva (Lettere, ed. Guasti, 991). Una preziosa nota di Solerti (1895: I 605) proponeva di collocare la lettera entro la fine di maggio del 1588, una datazione che sembra confermata dalla progressione interna del minutario. Più avanti, in settembre, Tasso avrebbe lamentato: «Dal padre fra Fabiano non ho risposta» (Lettere, ed. Guasti, 1026, indirizzata a Girolamo Catena, del 14 settembre 1588).