La sezione Postillati
Nel corso della sua vita Tasso legge, studia, annota moltissimi libri: a testimoniarlo sono sia le citazioni sparse nelle sue opere, sia le tante richieste di libri che ricorrono nell’epistolario. E tuttavia il difficile percorso biografico, con gli spostamenti e la lunga prigionia a Sant’Anna, impedisce a Tasso di raccogliere questi libri in una grande collezione. Tasso lamenta più volte nelle lettere di aver perduto i propri libri, chiede che gli vengano restituiti. Così, per esempio, in una lettera del dicembre del 1586: «e de le due casse, in quella mi par che sia minor numero de’ libri, ne la quale io lasciai il maggiore, e de’ piú importanti, che son quelli ne’ quali ho fatto molte postille; perché non mi sarebbe tanto grave di ricomprarli (bench’io sia poverissimo) quanto di rileggerli» (Tasso 1852-1855: num. 679). Una frase dalla quale si intravede anche quello che è il metodo di lettura di Tasso: segnare a margine i libri, appuntando note e promemoria che devono rendere più agevole la consultazione e l’uso dei volumi per la scrittura delle proprie opere. Proprio questa pratica insieme alle caratteristiche inconfondibili della scrittura di Tasso rendono abbastanza riconoscibili i postillati tassiani, che sono oggi distribuiti in molte biblioteche, in Italia e all’estero.
Il bacino principale è rappresentato dai “postillati barberiniani”, una cinquantina di volumi conservati prima nella biblioteca dei Barberini e poi passati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, ma altri postillati sono conservati alla British Library di Londra, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, alla Biblioteca Marciana di Venezia o ancora nella stessa Biblioteca Vaticana in fondi diversi dal Barberiniano (con alcuni volumi conservati nel fondo dei mss. Vaticani latini). Il corpus dei postillati che cosí si definisce consiste (tra attribuzioni certe e dubbie) in un’ottantina di unità, e comprende quasi esclusivamente edizioni a stampa.
Negli ultimi decenni i postillati sono stati oggetto di studi importanti, soprattutto quelli di Guido Baldassarri, già promotore di un progetto organico di censimento dei volumi e di edizione delle note tassiane; poi ancora quelli di Bruno Basile e di Maria Teresa Girardi. Da queste indagini si conferma l’idea che lo studio dei volumi sia uno strumento essenziale per l’interpretazione delle opere di Tasso. Il confronto tra la scrittura dei testi e le varie campagne di letture e annotazioni sui postillati si rivela spesso decisivo ma, al di là di poche eccezioni, è praticabile solo per il Tasso maturo, quello degli anni ’80 e ’90. Mancano in effetti molte delle letture condotte dal Tasso giovane, mancano per esempio postillati delle edizioni di Virgilio e di Ariosto, di Boccaccio e di Bembo, autori che hanno rappresentato modelli fondamentali per tutta la prima parte della parabola di Tasso. L’insieme oggi disponibile, comunque, restituisce un’immagine ampia ma certo parziale della cultura di Tasso, una porzione nella quale è maggioritaria la sezione filosofica e retorica, ed è assai prevalente il latino sul volgare. Un particolare significativo è che alcuni dei postillati riportano le note di Torquato accanto a quelle del padre Bernardo, in un passaggio affascinante, di padre in figlio, che merita tuttavia una disamina più accurata.
Alcuni ritrovamenti avvenuti negli ultimi anni fanno sperare che il numero dei postillati tassiani possa crescere ancora, grazie a nuove campagne di indagine. In questo senso un documento prezioso è rappresentato da un inventario di libri redatto da Tasso verso la fine degli anni ’80: già a suo tempo pubblicato da Guasti (Tasso 1852-1855: IV 311-13; Serassi 1858: II 370), l’inventario raccoglie una serie di volumi che rimangono in parte da individuare, da Teocrito ai tragici greci, ai tanti volumi legati alla polemica con la Crusca. Assai più ampio, poi, è il corpus delle opere alla cui lettura Tasso allude nell’epistolario, in edizioni che è spesso possibile individuare con precisione ma delle quali manca il postillato relativo; il regesto di questi autori e di queste edizioni, fornito quasi in contemporanea da Baldassarri 1999 e da Basile 2000, offre la base per muovere alla ricerca di altre tessere della biblioteca dello scrittore.
Data aggiornamento: 20 gennaio 2024
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