La sezione Poesie
Autore di circa millesettecento poesie, Torquato Tasso è, probabilmente, il maggior poeta lirico della seconda metà del Cinquecento. Eppure, le sue rime costituiscono ancora uno dei principali cantieri critici, data la complessità della loro tradizione, l’alto numero dei componimenti e la difficoltà di stabilire quale sia davvero l’ultima volontà d’autore, a causa delle continue, quasi ossessive, revisioni apportate dal poeta nel corso della sua vita.
Tasso incomincia a scrivere poesie fin da giovanissimo. Appena trasferitosi in Veneto, partecipa a prestigiose miscellanee, pubblicando al loro interno singole rime o piccoli nuclei: Rime in morte di Irene di Spilimbergo (Venezia 1561), le Rime di diversi nobili poeti toscani (Venezia 1565) e le Rime degli Accademici Eterei (Venezia 1567). Successivamente, a partire dalla fine degli anni ’70, durante una stagione burrascosa della vita di Tasso contrassegnata dalla reclusione nell’Ospedale di Sant’Anna, la storia editoriale di questi testi conosce una proliferazione incontrollata di stampe non approvate dall’autore. Nel quadro di una situazione di feroce competizione tra gli editori, tutti intenzionati a rispondere alla grande richiesta di mercato, anche a scapito del volere tassiano, arrivano ai torchi principalmente raccolte di rime filologicamente inattendibili. Già a partire dal 1583, nel pieno della caotica situazione editoriale appena descritta, e forse per sua diretta conseguenza, Tasso inizia a pianificare l’edizione di un canzoniere amoroso e a riflettere sulla strutturazione della propria ingente produzione lirica sulla base di tre linee tematiche: amorosa, encomiastica e sacra (vd. Lettere, 1335).
Il progetto complessivo viene realizzato solo in parte, ma lascia testimonianze manoscritte e a stampa che acquisiscono un grande valore per i lettori e gli studiosi moderni, perché restituiscono un profilo dei tre canzonieri potenzialmente non troppo lontano dall’ultima volontà dell’autore: per il canzoniere amoroso sono punti di riferimento il codice Chigiano L VIII 302 e la stampa Osanna 1591 (Tasso 1591a); per il canzoniere d’encomio, la stampa Marchetti 1593 (Tasso 1593a); per la raccolta delle rime sacre, il manoscritto Vaticano Latino 10980 (cfr. Poma 1979). Accanto a questa già sterminata produzione, si pongono le cosiddette rime estravaganti, o disperse, o sparse. Tale definizione indica convenzionalmente tutti i testi poetici rimasti esclusi dalle raccolte autoriali: si tratta di circa ottocento componimenti (cfr. Martignone 1999; Castellozzi 2013). Privo di un’edizione critica di riferimento, il corpus delle estravaganti non è stato stabilito e deve, ancora oggi, essere ricostruito per esclusione: in vista di questo obiettivo, il portale, con la sua sezione dedicata alla tradizione manoscritta e a stampa delle rime tassiane, si mostra un primo ed essenziale strumento di lavoro.
Sul fronte metrico, Tasso non fu un grande sperimentatore. La maggior parte dei suoi testi sono sonetti; poche sono le canzoni, sebbene sempre associate a componimenti di spiccato rilievo tematico. Numerosi, ma non numerosissimi, sono i madrigali, molti dei quali destinati a una grande fortuna musicale, al centro del progetto Tasso in Music, coordinato da Emiliano Ricciardi (University of Massachusetts).
Il primo studioso a cercare di sistemare l’immensa mole lirica tassiana in un’edizione integrale, ordinata cronologicamente, fu Angelo Solerti (1898-1902), i cui lavori furono poi ripresi, senza troppi interventi, da Bruno Maier (Tasso 1963-1965) e Bruno Basile (Tasso 1994). Durante gli anni ’70, Lanfranco Caretti provò a ripensare l’edizione delle rime tassiane, fondando il lavoro su più solide basi filologiche (1973). Sulla scorta del suo insegnamento, un gruppo di studiosi pavesi si è impegnato nel progetto dell’Edizione nazionale delle opere di Torquato Tasso, di cui oggi sono stati pubblicati tre volumi: l’edizione del canzoniere Chigiano (ed. Gavazzeni, Martignone: Tasso 2004b); le Rime sacre (ed. Gavazzeni, Martignone: Tasso 2006b); l’edizione della stampa Osanna 1591 (ed. De Maldé: Tasso 2016). All’edizione delle Rime eteree si è invece dedicato Rossano Pestarino (Tasso 2013b).
In attesa di fornire un'accurata tavola metrica della lirica tassiana, si offre un primo prospetto generale:
sonetto | 1.227 | (67.79%) |
madrigale | 408 | (22.54%) |
canzone | 81 | (4.48%) |
ottava | 44 | (2.43%) |
ballata | 27 | (1.49%) |
settenari ed endecasillabi liberamente rimati | 7 | (0.39%) |
endecasillabi sciolti | 4 | (0.22%) |
endecasillabi rimati | 4 | (0.22%) |
sestina | 3 | (0.17%) |
canzonetta | 2 | (0.11%) |
sestina doppia | 1 | (0.06%) |
capitolo in terza rima | 1 | (0.06%) |
distico elegiaco | 1 | (0.06%) |
Data aggiornamento: 10 aprile 2024
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