Dell’arte del dialogo

Insieme editoriale: Trattati, discorsi, orazioni

La riflessione teorica tassiana si inserisce nel filone della trattatistica sul dialogo, uno dei generi più prolifici nel Cinquecento, che aveva avuto importanti precedenti nel De dialogo liber (1562) di Carlo Sigonio – seguito da vicino nel discorso tassiano – e nell’Apologia dei dialogi (1574) di Sperone Speroni.

La trattazione costituisce un momento nel quale Tasso riflette anche sulla propria produzione dialogica confrontandosi, oltre che con i modelli greco-latini, con le discussioni sulla definizione dei generi letterari nate attorno alla Poetica di Aristotele e ai commenti al testo aristotelico, tra i quali spicca quello di Lodovico Castelvetro (1570), punto di riferimento polemico delle pagine tassiane.

Il dialogo è definito come imitazione dei ragionamenti degli uomini e – al pari della poesia drammatica che è imitazione di azioni – Tasso ne distingue due specie, comica e tragica, contestando la tripartizione proposta invece da Castelvetro (in drammatica, narrativa e mista). Più propriamente, tuttavia, per Tasso l’unica suddivisione effettiva tra generi del dialogo riguarda il contenuto del ragionamento che può essere etico-civile, con l’obiettivo di indirizzare all’azione e agli uffici, oppure speculativo, quindi finalizzato alla ricerca della verità e della virtù. Fondante dunque in un dialogo filosofico è per Tasso la scelta dell’argomento di discussione (la «questione»), senza alcuna restrizione sulla materia eccettuato il rispetto del principio aristotelico dell’unità. Il procedimento del dialogo, invece, deve seguire il metodo dialettico che progredisce dal confronto tra le opinioni diverse (doxa) per giungere a una soluzione probabile, escludendo la via della dimostrazione logico-filosofica che approda al contrario a nozioni certe (episteme).

Passando in rassegna i grandi autori di dialoghi greci (Platone, Senofonte e Luciano) e latini (Cicerone), la preferenza di Tasso è accordata al modello platonico: ciò avviene tanto per l’impostazione – con il maestro che pone le domande e guida la presa di coscienza da parte dell’interlocutore –, quanto per l’adeguatezza dell’espressione al costume dei personaggi e soprattutto per la scelta di una elocuzione sublime. Nella riflessione tassiana è proprio il versante stilistico ad avvicinare maggiormente l’autore di dialoghi al poeta, entrambi chiamati a rappresentare ragionamenti o azioni con evidentia; un accostamento che, sul finale, consente a Tasso di raccordare la propria produzione dialogica con l’esperienza della scrittura poetica nella sempre ricercata magnificenza dell’espressione.

Storia del testo

Non sono noti manoscritti superstiti del dialogo (Minesi 1984, p. 146), dedicato a don Angelo Grillo; tuttavia, le lettere tassiane consentono di ricostruire le vicende compositive dello scritto con relativa sicurezza (cfr. il quadro tracciato da Ettore Mazzali in Tasso 1959, p. 331 e Baldassarri 1971, pp. 93-97).

La scrittura dell’operetta segue quella dei due dialoghi La Cavaletta e Il Rangone, inviati ad Angelo Grillo tramite don Basilio Zaniboni il 1° marzo 1585 (Lettere, ed. Guasti, 345), ed era già conclusa il 12 aprile (ivi, 362), quando Tasso auspicava di ampliare e rendere più piacevole il breve discorso. Nelle settimane successive, Tasso informa Grillo di aver affidato il manoscritto a un certo Graziano (ivi, 364, lettera del 20 aprile; ivi, 368, lettera del 4 maggio).

Intenzionato a stampare il discorso con la «giunta» progettata (ivi, 372, lettera del 6 maggio), Tasso il 9 giugno informa Grillo di aver consegnato l’operetta a Giovan Battista Licino con i necessari accrescimenti (ivi, 388). Da questo manoscritto, passato dalle mani di Grillo, deriva probabilmente il testo della princeps del 1586 (vd. Baldassarri 1971, p. 95). Sappiamo però da un’altra lettera diretta a Licino, databile tra l’aprile e il 15 di ottobre 1585 (Lettere, ed. Guasti, 575; Baldassarri 1971, p. 95, n. 9), che Tasso aveva inviato altri tre «concieri», accolti in seguito nell’edizione Vasalini del 1586.

La precisione degli interventi tassiani permette di ipotizzare l’esistenza di almeno un altro manoscritto oltre a quello pervenuto a Licino, rimasto presso l’autore; esistenza che sarebbe confermata dall’invio il 4 luglio 1586 di una copia del discorso a «Sua Altezza», da identificare verosimilmente con il duca Alfonso II d’Este (ivi, 398; per l’ipotesi vd. Baldassarri 1971, p. 96).

In un momento successivo, tra il 24 luglio e il 10 agosto (Lettere, ed. Guasti, 404; Baldassarri 1971, p. 96, n. 11), Tasso espone a Grillo i propri progetti di stampa che dovevano includere oltre al discorso anche il dialogo De gli idoli. In altra circostanza, ancora incerto sull’iniziativa editoriale di Licino, il poeta chiedeva a Grillo di restituirgli il testo per ritornarci sopra (Lettere, ed. Guasti, 486).

A dispetto dei progetti tassiani, il discorso verrà pubblicato nel 1586 all’interno della Quarta parte delle Rime e Prose (Tasso 1586b); stampa disapprovata dall’autore, che intendeva rivedere le opere raccolte nel volume curato da Licino (ivi, 503).

Date di elaborazione

marzo-agosto 1585


Prima edizione
  • Tasso 1586b = Torquato Tasso, Dialoghi et discorsi del Sig. Torq. Tasso. In diverse materie. Nuovamente posta in luce, in Torquato Tasso, Delle Rime et Prose del Sig. Torquato Tasso. Parte quarta. Di nuovo posta in luce, con gli Argomenti dell’istesso Autore, In Venetia, appresso Giulio Vasalini, 1586
    (pp. [133]-153)

Edizioni di riferimento
  • Tasso 1971 = Torquato Tasso, Dell’arte del dialogo, in Guido Baldassarri, Il discorso tassiano Dell’arte del dialogo, in «La Rassegna della letteratura italiana», LXXV, 1-2, 1971, pp. 120-134
  • Tasso 1998b = Torquato Tasso, Dell’arte del dialogo, introduzione di Nuccio Ordine, testo critico e note di Guido Baldassarri, Napoli, Liguori, 1998

Bibliografia
  • Baldassarri 1970 = Guido Baldassarri, L’«arte del dialogo» in Torquato Tasso, in «Studi tassiani», XX, 1970, pp. 5-46
  • Baldassarri 1971 = Guido Baldassarri, Il discorso tassiano Dell’arte del dialogo, in «La Rassegna della letteratura italiana», LXXV, 1-2, 1971, pp. 93-134
  • Minesi 1984 = Emanuela Minesi, Indagine critico-testuale e bibliografica sulle Prose diverse di T. Tasso, in «Studi tassiani», XXXII, 1984, pp. 123-146
    (p. 146)
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (pp. 251-252)

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

Scheda di Valentina Leone | Cita questa pagina