Lettera n. 45
- Mittente
- Tasso, Torquato
- Destinatario
- Scalabrino, Luca
- Data
- 16 settembre 1575
- Luogo di arrivo
- Roma
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Dirovvi (poiché mi chiedete con tante istanze la mia opinione
- Regesto
Tasso scrive a Luca Scalabrino di alcune precisazioni sull’espressione «soluzion per machina» (vd. Lettere, ed. Guasti, 44) che ha diviso le opinioni con i revisori della sua Gerusalemme liberata. Tasso sottolinea anzitutto che nelle «favole sceniche» i poeti antichi creavano intrecci spesso impossibili da sciogliere con il semplice intervento umano e che richiedevano quindi l'intevento di divinità. Le quali divinità, prosegue Tasso, «o sorgevano dal palco, o calavano dal cielo de la scena con l'aiuto d'alcuno ordigno, o machina che vogliam dirla»: ecco perchè si parla di soluzione per macchina, in base alla detta modalità di apparizione degli dei. I poeti successivi però «affettarono sconvenevolmente sì fatte soluzioni», accolte anche nei poemi epici. Il poeta epico, prosegue Tasso, può ricorrere a due soluzioni per sciogliere i nodi narrativi: una di tipo interno, determinata dalla favola stessa; una di tipo esterno, determinata da «altro mezzo», per l’appunto un intervento divino, secondo un espediente, se non del tutto prediletto da Aristotele, talvolta considerato conveniente. Nei poemi epici questo tipo di soluzione non realizza naturalmente il reale intervento di una «machina», poiché il genere si fonda non sulla vista ma sull’udito; si parla di «machina» semplicemente in relazione alla tragedia e alla somiglianza «in natura» che il poema manifesta con essa a proposito di queste soluzioni. Ciò permette a Tasso una nuova argomentazione relativa al fatto che i tragici non adottano nodi sovrumani, dunque parlano esclusivamente di «soluzioni per machina» e mai di nodi «per machina», diversamente dagli epici che ricorrono a entrambi, con perfetta coerenza tra un «nodo» e una soluzione giocate sullo stesso livello. La differenza, spiega Tasso, sta nel fatto che per gli epici è fondamentale l’udito, hanno come scopo il meraviglioso e lo perseguono secondo diverse modalità; i tragici puntano alla vista e tendono a rifuggire tutto quanto possa mostrarsi inverosimile. Tasso riconosce infine una sola «soluzione per machina» nel suo poema (Tasso, Liberata, VI), a suo parere «lodevolissima» sia perché riecheggia dei versi di Omero e Virgilio, sia perché si legge in seguito ad un passaggio risolto con soluzione interna, «il che essi non feciono». Infine, ritiene di non essere pentito degli errori «meravigliosi» di Rinaldo (la sua prigionia nel castello di Armida, cfr Tasso, Liberata, XVI) e anzi «avrei per difetto se non fossero tali: Tasso, istituendo un parallelismo tra il suo Rinaldo e Ulisse perché entrambi trattenuti da una maga (l'eroe tassiano da Armida, cfr Tasso, Liberata, XVI; Ulisse da Circe, cfr Odissea, I 14 e 55-57), e anche alla luce degli errori di Rinaldo nel loro «eccesso di meraviglia», mette a contatto la Liberata con i poemi omerici. Il poeta chiude la lettera affermando la propria stanchezza e di aver risposto a Scipione Gonzaga la mattina stessa, pur avanzandogli molte cose da dire al Gonzaga stesso, nonché allo Scalabrino.
- Testimoni
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Bergamo, Biblioteca civica Angelo Mai e Archivi storici comunali, Cass. 6.15, lettera n. 51, 73r-74v
Copia, manoscritto di altra mano.Unità di manoscritto composito.Indirizzo presente.
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Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino 223, lettera n. 4, cc. 5-9
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.Lettera firmata, indirizzo presente.Note: Alla c.6, si legge «come nodi propri»; la lezione finale «con nodi non propri» deriva da «con» scritto in interlinea sopra «come» (non cassato) e da «non» scritto in interlinea tra «nodi» e «propri». Ancora alla c.6, si legge «se proprio si parla, si trova solamente»; la lezione finale «si trova solamente, se proprio si parla» si deduce dal fatto che i due segmenti presentano un numero arabo in interlinea che suggerisce l'inversione dell'ordine degli stessi.
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Paris, Bibliothèque Nationale de France, Ital. 1564, lettera n. 2, 116r-117v
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.
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Bergamo, Biblioteca civica Angelo Mai e Archivi storici comunali, Cass. 6.15, lettera n. 51, 73r-74v
- Edizioni
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- Tasso 1821-1832, lettera n. 4, V, pp. 4-8
- Tasso 1852-1855, lettera n. 45, I, pp. 108-111
- Tasso 1995a, lettera n. 26, pp. 206-215
- Opere citate
Scheda di Martina Caterino | Ultima modifica: 09 febbraio 2024
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