Lettera n. 141

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Coccapani, Guido
Data
[1580]
Luogo di partenza
[Ferrara]
Luogo di arrivo
Ferrara
Lingua
italiano
Incipit
Oggi messer Febo m'ha detto che Vostra Signoria desidera gli argomenti
Regesto

Tasso ha avuto notizia da Febo Bonnà del desiderio del Coccapani di ricevere dal poeta gli argomenti al poema. Si chiede se il destinatario desideri gli argomenti per facilitare la lettura del poema o perché curioso di leggerli. Quanto alla prima possibilità, scrive che quando il poema sarà stampato, allora bisognerà approntare anche gli argomenti e gli altri sussidi alla lettura che di solito hanno i poemi, perché se Tasso scrivesse ora gli argomenti, gli altri avrebbero da parlare, e gli proporrebbero di stampare di nuovo il poema, il che gli risulta sgradito. Scrive di essersi recato a Mantova perché un «Monsignor», di cui non ci è pervenuto il nome a causa di un guasto nella lettera, non lo stampasse». Dunque il poeta giustifica il proprio rifiuto, sottolineando la propria speranza di far comporre a qualcun altro gli argomenti, così da non lasciare adito al dubbio che il poema non sia degno dell'attenzione altrui (cosa falsa), e da non dare l'impressione di non ritenere nessuno degno di comporli.
Quanto alla seconda possibilità (che il Coccapani, cioè, gli abbia chiesto gli argomenti per la sola curiosità di valutare l'abilità dell'autore nel comporli), Tasso si dice disposto a scrivere gli argomenti per il poema ariostesco, o all'opera di Erasmo Valvasone, avendo insegnato a farlo a Orazio Ariosto, un giovane a cui Tasso sta insegnando la cortesia (si paragona qui a Guglielmo Borsiere che la insegnò al genovese in G. Boccaccio, Decameron I 8), ma Tasso non vuole che sia dipinta nelle camere del duca, nelle logge di Marmiruolo o nella galleria di Ferrante; desidera invece che sia impressa nell'animo di Orazio Ariosto e di tutti coloro a cui Tasso è legato da affetto. Se il destinatario della missiva invierà il Furioso, Tasso si adopererà per scriverne argomenti degni di quelli approntati da Ovidio per Virgilio. L'Anguillara ne ha già fatti per l'Ariosto, vendendoli a mezzo scudo ciascuno, in modo che due stanze costassero un ducato. Tasso non vuole venderli né a Orazio Ariosto né al Coccapani, ma gli sarà sufficiente l'approvazione da parte del destinatario, insieme alla benevolenza da parte di Orazio. Spera inoltre di rimediare, con gli argomenti al Furioso, a eventuali offese. Tasso spera che il Coccapani non consideri un oltraggio il rifiuto di inviare gli argomenti alla Liberata, e si raccomanda a lui e al figlio Ercole.

Edizioni
Opere citate

Gerusalemme liberata

Nomi citati

Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 09 febbraio 2024
Permalink: https://www.torquatotasso.org/lettere/141