Lettera n. 461

Tasso ringrazia Angelo Grillo per i favori ottenuti per mezzo della sua intercessione e prega nuovamente di aiutarlo a uscire ad Sant’Anna. A tal fine è necessaria la collaborazione di Marcello Donati, segretario di Vincenzo Gonzaga, e di alcuni parenti di Grillo.
Tasso dichiara di rispondere ad Alessandro Spinola, alla moglie Livia Spinola, alla sorella di Grillo, Gieronima, e di scrivere nuovamente al conte Ottavio Spinola affinché interceda pressa la corte cesarea dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo. Aggiunge di voler rispondere al sonetto della signora Livia Spinola, così ben scritto, ma ha paura che il suo tentativo non sia degno di una simile nobil donna. Non ripone molta fiducia nelle sue capacità compositive tanto è stanco e bisognoso di libertà. Tasso ringrazia poi Angelo Grillo per aver fatto recapitare la sua lettera al fratello Paolo.
Tasso dichiara di attendere da molti giorni il ritorno di Giovanni Battista Licino e spera che Grillo si unisca a lui nella venuta. Parla anche della fatica che gli comporta la produzione encomiastica, ma è consapevole del debito che ha nei confronti di Niccolò Spinola, zio di Angelo Grillo. È in obbligo anche con il principe di Massa, Alberico I Cybo-Malaspina, ma in questo caso si tratta di un obbligo reciproco.
Tasso non ha notizie del nipote Antonio Sersale, ma lo aspetta così come aspetta Grillo stesso.
Nel post scriptum torna a riferirsi alla risposta che deve scrivere alla Crusca, dopo che in Lettere, ed. Guasti, 424 ha dato notizia di lettura dell'intervento di Salviati nella disputa in corso tra 'ariostisti' e 'tassisti' (Dello Infarinato ... risposta all’Apologia di Torquato Tasso, Firenze, 1585).