Le lagrime della Beata Vergine

Insieme editoriale: Poemi religiosi

Poemetto di soggetto sacro in venticinque stanze, inserito entro un genere che aveva conosciuto un vertice nelle Lagrime di San Pietro di Luigi Tansillo (stampate postume e incomplete nel 1586) e sviluppi significativi con le Lagrime di Santa Maria Maddalena di Erasmo da Valvasone (1586) e le coeve sperimentazioni di Angelo Grillo, ma profondamente imbricato all’ultima stagione della scrittura tassiana, animata dalla ricerca espressiva di una nuova poetica – nutrita di componenti teologiche e scritturali – e da una tensione verso la pacificazione nell’Assoluto.

Ispirate da una pittura della Vergine piangente custodita nelle stanze di Cinzio Aldobrandini, nipote di papa Clemente VIII e protettore del poeta, le stanze rappresentano una riflessione sulla fragilità della condizione umana e un invito del poeta ai lettori (ott. I, 5: «piangete meco») a immedesimarsi e a unirsi nel dolore di Maria, sciogliendo le angosce nel pianto e trovando nelle lacrime una via di redenzione dal peccato.

Dopo la sequenza proemiale, secondo moduli costanti in Tasso fin dal giovanile abbozzo del Gierusalemme (ott. 6, 1: «Già ’l suo figlio mortale […]»), la sesta ottava dà avvio alla narrazione dei tradizionali sette dolori mariani mediante la rievocazione di alcuni momenti della vita di Gesù nei quali si addensano echi danteschi e petrarcheschi volti in chiave spirituale. Le lacrime diventano dunque un vettore attraverso il quale il poeta – con la stessa evidentia espressiva dell’artista che ne ha suscitato i versi – giunge a scrutare da «interno pittor» la mente pensosa della Vergine, afflitta dal martirio patito da Cristo nelle sue spoglie mortali e tuttavia capace di innalzare il pensiero al Cielo, rimanendo salda nella certezza della prossima trasformazione delle sofferenze terrene nella gioia celeste. Una preghiera di liberazione dall’«essiglio in terra» che la Vergine affida alle lacrime, come fa lo stesso poeta con il voto che chiude l’ultima ottava.

Storia del testo

Nate su suggestione di una fonte iconografica, secondo la testimonianza offerta dallo stampatore Giorgio Ferrari nell’avviso A’ Lettori (Tasso 1593c, c. A2r), le stanze risultano già concluse il 7 marzo 1593, quando Tasso promette all’abate napoletano Francesco Polverino di consegnargliele di persona (Lettere, ed. Guasti, 1445). Impossibilitato tuttavia a recarsi a Napoli, Tasso il 12 marzo invia all’abate l’unica copia manoscritta disponibile delle Stanze perché, come informa un’altra lettera diretta al vescovo Francesco Panigarola del 10 aprile, non può permettersi di pagare un copista (ivi, 1450; ivi, 1452).

Incrociano questa circolazione manoscritta, di cui oggi non è rimasta traccia materiale, i lavori dell’edizione a stampa che sono completati entro il 30 aprile 1593 (ivi, 1456; vd. Solerti 1895, vol. I, pp. 752-753 e per le edizioni dello stesso anno Tasso 1898-1902, vol. I, pp. 261-263).

Le Lagrime della Vergine, accanto a Le Lagrime di Cristo, vedono dunque la luce a Roma presso Giorgio Ferrrari, entro una cornice di omaggio al futuro cardinale Cinzio Aldobrandini, definito dal Ferrari «Mecenate di questo secolo». Dalle lettere tassiane emerge però anche una parallela ricerca di protezione in area napoletana, come attestano i rapporti epistolari con l’abate Polverino e Orazio Feltro e i contatti con l’arcivescovo di Napoli e il principe di Conca, ai quali Tasso invia alcuni esemplari a stampa (Lettere, ed. Guasti, 1461; 1467; 1468; 1471).

Date di elaborazione

febbraio-marzo 1593


Prima edizione
  • Tasso 1593c = Torquato Tasso, Stanze del Sig. Torquato Tasso per le Lagrime di Maria Vergine Santissima et di Giesù Christo nostro Signore, In Roma, Giorgio Ferrari, 1593
    (cc. [A3r]-[B3r])

Edizioni di riferimento
  • Tasso 1963-1965 = Torquato Tasso, Opere, a cura di Bruno Maier, Milano, Rizzoli, 1963-1965
    (vol. IV, pp. 411-418)
  • Tasso 2001 = Torquato Tasso, Lagrime, a cura di Maria Pia Mussini Sacchi, Novara, Interlinea, 2001

Bibliografia
  • Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino-Roma, Loescher, 1895
    (vol. I, pp. 752-753)
  • Tasso 1898-1902 = Torquato Tasso, Le Rime di Torquato Tasso, ed. critica su i manoscritti e le antiche stampe a cura di Angelo Solerti, Bologna, Romagnoli-Dall’Acqua, 1898-1902
    (vol. I, pp. 261-263)
  • Mazzotta 2000 = Giuseppe Mazzotta, Le lagrime della Beata Vergine di Torquato Tasso, in Maria Vergine nella letteratura italiana, a cura di Florinda M. Iannace, Stony Brook (NY), Forum Italicum, 2000, pp. 139-142
  • Imbriani 2001 = Maria Teresa Imbriani, Intertestualità tra le Lagrime di Tansillo e le Lagrime di Tasso, in «Critica letteraria», CX, 2001, pp. 15-32
  • Ardissino 2002 = Erminia Ardissino, Le lagrime del Tasso, in «Lineatempo», VI, 2002, pp. 92-99
  • Sabbatino 2003 = Pasquale Sabbatino, Torquato Tasso e la letteratura sulle «lagrime» della Madonna, in «Nel mondo mutabile e leggiero». Torquato Tasso e la cultura del suo tempo, a cura di Dante Della Terza, Pasquale Sabbatino e Giuseppina Scognamiglio, Napoli, ESI, 2003, pp. 75-138
  • Treherne 2002 = Matthew Treherne, Pictorial Space and Sacred Time: Tasso’s Le lagrime della Beata Vergine and the Experience of Religious Art in the Counter-Reformation, in «Italian Studies», LXII, 1, 2007, pp. 5-25
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (pp. 387-389)
  • Sabbatino 2016 = Pasquale Sabbatino, I sette dolori e le lacrime della Vergine Maria nelle Stanze, 1593, di Torquato Tasso, in Senza te son nulla. Studi sulla poesia sacra di Torquato Tasso, a cura di Marco Corradini e Ottavio Ghidini, Roma-Milano, Edizioni di storia e letteratura-Centro culturale Alle Grazie-Padri domenicani, 2016, pp. 95-110
  • Ardissino 2023 = Erminia Ardissino, Tasso e il sacro, in Tasso, a cura di Emilio Russo e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2023, pp. 251-269
    (p. 267)

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

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