Della virtù eroica e della carità

Insieme editoriale: Trattati, discorsi, orazioni

Nel discorso Tasso ragiona sulle virtù degne di un principe eroico e caritatevole, rivolgendosi al cardinale Alberto d’Austria – esempio vivente di tale connubio virtuoso – con l’obiettivo di trovare un mediatore nei rapporti con gli Este e «di poter filosofando aprir la prigione» di Sant’Anna.

Tasso mette in campo la propria straordinaria cultura filosofica, passando al vaglio le posizioni dei filosofi antichi e privilegiando la concezione di Aristotele, che aveva operato una distinzione tra le virtù morali e le superiori virtù intellettuali (prudenza, arte, scienza, sapienza), senza tuttavia definire distesamente la virtù eroica. Nella prima parte del discorso, muovendosi dunque negli spazi lasciati liberi dalla filosofia aristotelica e poggiando su un ventaglio di esempi antichi e moderni, Tasso definisce la virtù eroica come eccesso di bene, che supera l’ordinarietà delle altre virtù in quanto le abbraccia tutte, e la elegge a mediatrice tra le virtù umane e quelle divine.

La seconda parte del discorso si concentra, invece, sulla carità che comprende in sé le altre due virtù teologali, la fede e la speranza. Pur già evidente nelle azioni dei personaggi biblici dell’Antico Testamento e dei grandi protagonisti della storia romana, la carità per Tasso ha raggiunto la perfezione solo in epoca cristiana e si manifesta come eccesso di amore verso Dio e verso le sue creature, venendo così anteposta alla virtù eroica.

Storia del testo

Il trattatello è composto probabilmente nel settembre-novembre 1580, successivamente al dialogo Il padre di famiglia e in parallelo con la stesura del Discorso della virtù feminile e donnesca.

Proprio in coppia con il discorso Della virtù feminile e donnesca, destinato sempre in direzione asburgica alla duchessa di Mantova Eleonora d’Austria, il testo è menzionato da Tasso in due lettere del marzo 1581, dirette rispettivamente al cardinale Giovan Gerolamo Albani e al suo segretario Maurizio Cataneo, nelle quali è progettata una stampa dei due discorsi insieme ad alcuni dialoghi per cui è richiesto il privilegio imperiale (Lettere, ed. Guasti, 154; ivi, 156). All’incirca nello stesso periodo, da quanto si apprende da una lettera ad Alessandro Pocaterra, una copia dello scritto è inviata al cardinale Alberto d’Austria, il fratello dell’imperatore Rodolfo II a cui l’opera è dedicata (ivi, 155).

In anticipo sulle intenzioni dell’autore interviene l’edizione pubblicata a Venezia da Bernardo Giunti nel 1582, in gruppo con altre opere: Il Gonzaga secondo; Il Messaggiero e Il Discorso della virtù feminile e donnesca (Tasso 1582c). Pur riconoscendo il pregio dell’edizione giuntina, Tasso mostra insoddisfazione per la stampa, desiderando sottoporre i testi a una ulteriore revisione (ivi, 227, lettera del 21 dicembre 1582 a Bernardo Giunti).

Una redazione autografa del discorso è conservata a Modena, presso la Biblioteca Estense Universitaria, Molza Viti 2, int. 2 21, cc. 1-14 (Solerti 1892, pp. 61-66; Baldassarri 1979a, pp. 141-142; Russo 2022, p. 384). Mentre un ulteriore lavoro di revisione, operato da Tasso intorno al 1587, è testimoniato dalle correzioni presenti su un esemplare dell’edizione del 1582 oggi in Biblioteca Apostolica Vaticana (Stamp. Barb. Cr. Tass. 13), con postille, segni e carte intercalate (vd. Solerti 1892, p. 56; Carini 1962, pp. 100-101; Russo 2022, pp. 377-378).

Il discorso è trasmesso anche da un manoscritto apografo del XVI secolo, conservato presso l’Archivio Segreto Vaticano (Miscellanea, Arm. II, Filza 33, Pol. Var. 32), a suo tempo segnalato da Solerti e recuperato sul finire del Novecento (Solerti 1892, p. 58; Moroni 1984, p. 109; si veda inoltre la segnalazione su «Studi tassiani», XLII, 1994, p. 182).

Date di elaborazione

1580-1587


Testimoni manoscritti

Prima edizione
  • Tasso 1582c = Torquato Tasso, Discorso della virtù heroica, et della charità del Sig. Torquato Tasso. Al Sereniss. Sig. Monsig. il Cardinale Cesareo, In Venetia, appresso Bernardo Giunti, e fratelli, 1582

Edizioni di riferimento
  • Tasso 1875 = Torquato Tasso, Le prose diverse di Torquato Tasso nuovamente raccolte ed emendate da Cesare Guasti, Firenze, Successori Le Monnier, 1875
    (vol. II, pp. 187-202)
  • Tasso 2011 = Torquato Tasso, Discorso della virtù feminile e donnesca ; Discorso della virtù eroica e della carità, Milano, La Vita felice, 2011

Bibliografia
  • Solerti 1892 = Angelo Solerti, Appendice alle opere in prosa di Torquato Tasso, Firenze, Successori Le Monnier, 1892
    (pp. 56; 58; 61-66)
  • Carini 1962 = Anna Maria Carini, I postillati «barberiniani» del Tasso, in «Studi tassiani», XII, 1962, pp. 97-110
    (pp. 100-101)
  • Baldassarri 1979a = Guido Baldassarri, Una “microfilmoteca” di postillati tassiani, in «Studi tassiani», XXVII, 1979, pp. 141-142
    (pp. 141-142)
  • Moroni 1984 = Ornella Moroni, Carlo Gualteruzzi (1500-1577) e i corrispondenti, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1984
    (p. 109)
  • Minesi 1985 = Emanuela Minesi, Indagine critico-testuale e bibliografica sulle Prose diverse di T. Tasso. Parte seconda: Le prose di argomento vario, in «Studi tassiani», XXXIII, 1985, pp. 125-142
    (p. 132)
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (p. 40)
  • Laurenti 2011-2013 = Guido Laurenti, «Poter flosofando aprir la prigione e scuoter il giogo della servitù»: flosofa morale e retorica encomiastica nel discorso Della virtù eroica e della carità di Torquato Tasso, in «Studi tassiani», LIX-LXI, 2011-2013, pp. 133-158
  • Russo 2022 = Emilio Russo, Torquato Tasso, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento. III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo (con la consulenza paleografica di Antonio Ciaralli), Roma, Salerno, 2022
    (pp. 377-378; 384)

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

Scheda di Valentina Leone | Cita questa pagina